2 aprile 2023 Giornata della consapevolezza sull’autismo

Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo 2 aprile 2023

Data:
2 Aprile 2023

2 aprile 2023 Giornata della consapevolezza sull’autismo

Nel 2007 l’assemblea generale dell’ONU ha istituito la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo: il 2 aprile vuole essere una giornata di sensibilizzazione alla comunità, per sostenere i diritti delle persone con autismo. 

Il ruolo dei Terapisti della neuropsicomotricità della età evolutiva

«In questa giornata tutta colorata di blu la parola d’ordine è consapevolezza” afferma la dott.ssa Eugenia Dufour, presidente della Commissione di albo dei Terapisti della neuro e psicomotricità della età evolutiva (TNPEE) dell’Ordine TSRM e PSTRP di Genova Imperia e Savona, “avere consapevolezza dell’autismo significa, non soltanto avere la cognizione di questo disturbo, ma anche di tutto il piano terapeutico complesso che viene avviato dal bambino, dalla sua famiglia e dal personale tecnico sanitario coinvolto». Queste sono le parole che meglio definiscono il ruolo proattivo e assertivo che devono avere i genitori di bambini affetti da Disturbo dello spettro autistico. La dott.ssa Dufour ci ricorda infatti «I genitori devono avere un ruolo attivo e partecipe nella riabilitazione, nell’ottica di comprendere appieno quanto viene svolto nella stanza di terapia neuro e psicomotoria. Divenire un soggetto attivo nel processo di empowerment sociale, cognitivo e relazionale é una scommessa cruciale per la madre e per un padre di un bambino con autismo». Continua la dott.ssa Rebosio, Consigliere della CdA TNPEE: «I genitori sono la prima figura educativa, la più importante con cui si rapporta il bambino, per questo, la loro collaborazione è essenziale all’interno del  percorso riabilitativo. Il supporto a una genitorialità consapevole ha come framework concettuale il vedere un genitore come risorsa educativa e abilitativa, che può e deve essere coinvolta nel processo di crescita della qualità di vita. La patologia non fa il bambino».  Il genitore è l’unica figura in grado di costituire un trait d’union, grazie al quale ogni Terapista può ricevere informazioni riguardanti gli apprendimenti in contesti altrimenti non osservabili e permettere la generalizzazione delle competenze che possono emergere nel setting riabilitativo. 

«Il genitore può permettere il costante modellamento dell’interazione, da cui si origina la possibilità di apprendere  sempre nuove strategie ed abilità». 

La dott.ssa Francesca Frassine, vicepresidente della Commissione dei TNPEE afferma: «la riabilitazione nel Disturbo dello spettro autistico è un piccolo mondo: fatto da obbiettivi a breve, medio e lungo termine e specifiche strumentalità. È per questo che il genitore deve essere supportato nel comprendere e condividere i processi e le tecnicità del percorso di cura: sia per avere totale consapevolezza del programma in atto, sia per essere un soggetto dirimente nel processo. Compiti ordinari di genitorialità (come l’acquisto di un gioco, la scelta di una scuola, l’organizzazione dei compiti, l’allestimento di una stanza) possono diventare più lievi se condivisi».

Conclude la dott.ssa Dufour «Della parola “con-sapevolezza” allora, ci piace evidenziare questo “con”: siamo qui, per voi e accanto a voi, come professionisti, come comunità».

 

Gli Educatori professionali a supporto delle persone con autismo anche oltre l’età evolutiva

Il supporto alla persona con sindrome dello spettro autistico è spesso necessario per tutto l’arco della vita, infatti non tutte le persone  raggiungono un livello di autonomia  sufficiente durante l’età evolutiva, afferma il dott. Mario Saiano, presidente della Commissione di albo degli Educatori professionali del nostro Ordine.

In aiuto alle famiglie e alle persone con tale difficoltà interviene l’Educatore professionale con interventi educativi e riabilitativi mirati, specifici e costruiti sulla persona, che hanno per esempio l’obiettivo di supportare l’inclusione in contesti socializzanti, l’acquisizione della autonomia abitativa e infine un ruolo lavorativo attivo nella società.

Come sappiamo il tema del “dopo di noi” è centrale alle famiglie che si trovano a gestire un familiare con tale sindrome, riuscire a “mettere in sicurezza il futuro del proprio familiare“ è tema centrale. L’educatore professionale accompagna la famiglia e la persona adulta con ASD a saper gestire i comportamenti che possono essere disfunzionali, migliorando il funzionamento globale dallo stesso. Come già più volte affermato “È necessario investire nei percorsi di inclusione sociale che hanno una duplice valenza: la prima che interrompa “quell’isolamento” a cui i soggetti spesso vanno incontro,  la seconda che “sensibilizzi i setting” creando la cultura di integrazione e inclusione. 

In ASL3 presso il Servizio di inclusione e riabilitazione sociale, grazie all’applicazione della DGR 283/2017 , sono attivi diversi progetti rivolti ai soggetti con ASD, con finalità socializzanti e di supporto all’acquisizione di competenze che possono facilitare l’inclusione in ambito lavorativo, offrendo concretamente anche ai familiari nuove prospettive rispetto al “dopo di noi”.

Rassegna stampa

Ultimo aggiornamento

7 Aprile 2023, 01:06